Pintadera
C’era una volta un nascondiglio in un piccolo paese, che in silenzio, parlava con le pietre eterne, con gli inesperti fiori.
Le parole sognavano di essere lette ed io giocavo a prendere il volo con loro.
Le preposizioni diventavano chiarificazioni sottili della verità e le congiunzioni, capricciose, univano istanti con ricordi, il mare con il caldo, ed i tempi verbali diventavano soltanto uno.
In tal modo, la vita percorreva ogni colore, ogni profumo, ogni immagine viene concepita come una intuizione omnipresente.
Abbracci, risate, tanti cavilli per la testa, mancanze, presentimenti, timori, passioni …
Tutto ci poteva stare in questo rifugio linguistico, racchiuso nell’enigmatico simbolo di una pintadera.